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Corri. Non fermarti.
Sbrigati. Non voltarti.
Affretta il passo. Non indugiare.
Ansia: questo è ciò che si percepisce nel febbrile andirivieni di una parte della società nipponica.
Ogni giorno le azioni ed i gesti si ripetono, come qualcosa da cui non ti puoi sottrarre. Come una corazza che ti ingabbia e che ti costringe solo a determinati movimenti. Nulla di più ti è concesso.
Non devi fumare per strada, è proibito.
Non puoi mangiare o bere mentre cammini, è eticamente sconveniente.
PAUSA.
Metti in pausa la tua vita, per pochi istanti. Stacca la spina con il mondo e prenditi una boccata di ossigeno. Solo che qui non puoi farlo ovunque tu voglia. Ci sono i giardini, oasi in cui puoi metterti in contatto con te stesso.
Oppure puoi fermarti per pochi minuti ai distributori automatici: con la scusa di dissetarti, di mangiare o semplicemente di comprare qualcosa di inutilmente utile, stai in realtà spezzando una routine che ti forza solo verso una direzione.
Chissà a cosa stai pensando, in quegli istanti.
Chissà cosa pensano di te quelle vending machine, mentre ti vedono passare: “fermati da me, per favore”, “guardami, mi sono colorata di bibite sgargianti per farti piacere”, “premi uno dei miei pulsanti, e ti ricompenserò”.
Forse anche loro vorrebbero un momento di PAUSA, ma non possono.
La tregua è finita.
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